Complesso caviglia-piede

Il distretto anatomico della caviglia e del piede deve assolvere a due compiti complessi. Il primo è quello di sostenere il peso del nostro corpo, in stazione eretta sia in statica che in dinamica. In entrambe le situazioni però il piede deve anche adattarsi al suolo: pensiamo infatti alla differenza che c’è nel camminare su di un terreno pianeggiante e senza asperità come ad esempio su di un marciapiede d’asfalto, indossando una calzatura e all’opposto camminare su di un sentiero di montagna, in salita ed in discesa, o ancora camminare su di una spiaggia che magari ha anche un certo grado di pendenza a livello del bagnasciuga. Per rispondere quindi a queste due esigenze, stabilità da un lato e mobilità dall’altro, il complesso caviglia piede è composto da ben 28 ossa diverse:

  • tibia e perone prossimalmente costituiscono il mortaio tibio-peroneale e sono tenuti assieme da un tipo particolare di articolazione, chiamata sindesmosi;
  • con il mortaio tibio-peroneale si articola inferiormente l’astragalo, che a sua volta distalmente contrae rapporto con il calcagno posteriormente e con due ossa chiamate scafoide (o navicolare) e cuboide anteriormente;
  • l’articolazione tra astragalo, scafoide e cuboide viene denominata interlinea di Chopart e riveste un ruolo fondamentale in tutti i movimenti del piede;
  • distalmente a questo complesso possiamo riconoscere tre ossa denominate cuneiformi e ancor più distalmente i metatarsi, le cui teste (la parte più vicina alla “punta del piede”) si articolano con le falangi prossimali;
  • infine mentre tipicamente le dita sono dotate di 3 falangi, l’alluce ne possiede due.

Oltre all’interlinea di Chopart, altra giunzione funzionale molto importante è l’interlinea di Lisfranc che si viene a creare tra scafoide e cuboide prossimalmente e cuneiformi e metatarsi distalmente.

Data questa complessità, molte possono essere le patologie muscolo-scheletriche, sia traumatiche che da sovraccarico, che colpiscono questo distretto. Spesso, impropriamente, tutte le problematiche delle strutture che circondano il calcagno (“tallone”) sono definite “talloniti”.

Possiamo tra queste riconoscere:

Patologie tipiche dell’avampiede (“punta del piede”) sono:

  • metatarsalgie associate o meno a borsite metatarsale;
  • dita a martello;
  • alluce rigido;
  • alluce valgo, anche quest’ultimo associato o meno a borsite.

Per quanto riguarda dita a martello ed alluce valgo, quando il trattamento conservativo fallisce, è necessario ricorrere alla chirurgia (a cielo aperto o mininvasiva).

Strutture molto sensibili al sovraccarico sono i tendini: oltre ai problemi che possono colpire il tendine d’Achille precedentemente citati, si possono sviluppare tendinopatie a carico di tibiale anteriore, tibiale posteriore, peronei o flessore lungo dell’alluce.

Infine i numerosi nervi periferici che sono presenti a livello della caviglia e del piede possono andare incontro a delle sindromi da intrappolamento, basti pensare ad esempio al nervo peroneale, al nervo tibiale (ad es. sindrome del tunnel tarsale) o ai nervi interdigitali (ad es. neuroma di Morton).

Oltre a tutti questi quadri da sovraccarico, a livello della caviglia e del piede sono molto frequenti anche le patologie traumatiche. Fratture infatti possono colpire praticamente tutte le ossa del piede, ma particolarmente frequenti sono quelle a carico dei malleoli e del quinto metatarso. Inoltre per quanto riguarda le fratture, a livello del piede si possono verificare relativamente frequentemente lesioni della componente trabecolare dell’osso, denominate fratture da stress, che vengono identificate attraverso esami strumentali quali la TC o la risonanza magnetica, che possono evidenziare un edema della spongiosa ossea.

Quando un trauma colpisce la caviglia o il piede, la lesione più frequente è quella legamentosa. Si possono infatti menzionare i legamenti peroneo-astragalici (anteriore e posteriore), il legamento deltoideo, il complesso legamentoso della sindesmosi, il legamento peroneo-calcaneare, il legamento calcaneo-cuboideo dorsale, ecc.

Le distorsioni di caviglia, che sono le più frequenti tra i vari meccanismi traumatici, possono determinare, come visto, sia lesioni legamentose che fratture. Mentre a breve termine i problemi che il paziente presenta sono il dolore, il gonfiore e l’impotenza funzionale, che si manifesta attraverso un evidente zoppia e talvolta l’impossibilità di caricare il peso sulla arto leso, a medio-lungo termine le distorsioni possono dar vita a quadri di instabilità di caviglia, rigidità o “sindrome del cuboide”. Nel primo caso le problematiche principali sono legate al fatto che la caviglia colpita andrà incontro probabilmente ad altre distorsioni (minori o maggiori), nel secondo caso le problematiche principali saranno il dolore in alcune attività quali ad esempio scendere le scale e talvolta una zoppia, infine la sindrome del cuboide è una condizione caratterizzata soprattutto da dolore al carico.

Per quanto riguarda l’appoggio plantare, esistono dei quadri patologici denominati piede pronato, piede supinato, piede piatto e piede cavo. E però necessario fare molta attenzione quando si approcciano questo tipo di problematiche ed è essenziale rivolgersi ad un clinico serio ed esperto. Infatti in quest’ambito sono molto frequenti luoghi comuni, falsi miti e “mode del momento”. A livello del piede inoltre esistono due strutture anatomiche degne di nota, le cosiddette ossa sesamoidi. Le ossa sesamoidi sono strutture ossee che sorgono nel contesto di un tendine, il più famoso osso sesamoide del corpo umano è sicuramente la rotula, che si viene a formare all’interno del tendine del muscolo quadricipite. Anche a livello del piede però vi sono due ossa sesamoidi poste nel contesto del tendine del flessore lungo dell’alluce. Queste possono andare incontro sia a patologia da sovraccarico che a fratture.

In conclusione è chiaro che un sintomo o un segno a livello di caviglia e piede possa come sempre essere una manifestazione di patologie che si sviluppano in altri distretti corporei, anche in questo caso quindi è importante la diagnosi differenziale con radicolopatia lombare, sindrome compartimentale, stenosi lombare, osteoma osteoide, arteropatia obliterante periferica, impingement anteriore o posteriore, medial tibial stress syndrome, trigger point di muscoli dell’arto inferiore, ecc.

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