Esercizio terapeutico

 

COSA S’INTENDE PER ESERCIZIO TERAPEUTICO?

L’esercizio, in generale, è un tipo di attività fisica costituita da movimenti corporei strutturati, pianificati e ripetitivi, che hanno il fine di migliorare o mantenere una tra le funzioni corporee elencate qui sotto.

  • Resistenza cardio-respiratoria (comunemente “resistenza”, “endurance”, “fiato”, etc.): la capacità del sistema cardiovascolare e respiratorio di rendere disponibile l’ossigeno necessario al nostro organismo, impegnato in un’attività fisica sostenuta.
  • Composizione corporea (comunemente si parla di rapporto“massa magra” o “massa muscolare” / “massa grassa”): quantità relative dei diversi tessuti che compongono il nostro organismo (muscolare, adiposo o grasso, acqua, osso, etc.), misurata solitamente attraverso la bioimpedenziometria.
  • Forza muscolare: capacità dei muscoli di generare forza.
  • Resistenza muscolare: capacità dei muscoli di lavorare senza fatica nel tempo.
  • Flessibilità (comunemente “mobilità”, “essere snodabili”, etc.): arco di movimento disponibile per le articolazioni.
  • Agilità: capacità di muoversi con velocità ed accuratezza.
  • Coordinazione: capacità di utilizzare tutti i sensi per svolgere i compiti motori in modo armonico e accurato.
  • Equilibrio: capacità di mantenere il baricentro all’interno della base d’appoggio in attività statiche (ad es. stando in piedi, da seduti, etc.) piuttosto che dinamiche (ad es. camminando, correndo, svolgendo le attività di vita quotidiana, svolgendo un gesto sportivo, etc.).
  • Potenza: capacità di sviluppare lavoro nell’unità di tempo.
  • Tempo di reazione: il tempo che intercorre tra uno stimolo e l’inizio della risposta motoria a tale stimolo.
  • Velocità: capacità di svolgere un movimento in un breve lasso di tempo.

Si parla di esercizio terapeutico quando l’esercizio è utilizzato come terapia, nella gestione di diversi quadri patologici.

Nel trattamento delle patologie che necessitano di un programma di gestione del dolore,  l’esercizio terapeutico può giocare un ruolo fondamentale grazie ad un altro suo effetto biologico, oltre a quelli sopra descritti: la modulazione del dolore.

 In poche parole, l’esercizio influenza la produzione di sostanze chimiche (neuro-trasmettitori, ormoni, etc.) che hanno un ruolo nella generazione ed elaborazione degli impulsi nervosi che poi daranno luogo al dolore. E’ però importante ricordare che un esercizio non vale l’altro, ci saranno programmi di esercizio terapeutico indicati per una specifica patologia/fase e non per un’altra, anzi, per quest’ultima potrebbero essere nocivi.

Alcuni esempi di programmi di esercizio terapeutico utili alla cura, prevenzione o riabilitazione di diversi quadri patologici in ambito muscoloscheletrico, neurologico, cardiovascolare, geriatrico, ginecologico, etc., sono:

  • rinforzo muscolare;
  • allenamento cardiovascolare;
  • allenamento dell’equilibrio; 
  • allenamento della coordinazione (ad es. nei movimenti fini); 
  • aumento della mobilità (definiti solitamente programmi di allungamento o di stretching muscolare e capsulare);
  • allenamento del gesto specifico (ad es. sportivo, della vita quotidiana, etc.);
  • movimenti ripetuti o posizioni mantenute secondo Mckenzie;
  • rieducazione posturale globale secondo Mézières e poi secondo Souchard;
  • core stability;
  • rieducazione propriocettiva;
  • neurodinamica clinica;
  • esercizio terapeutico conoscitivo secondo Perfetti;
  • “mobilizzazioni con movimento” e “scivolamento articolare fisiologico sostenuto” secondo Mulligan;
  • programmi di allenamento di forza ed ipertrofia con Blood Flow Restriction (BFR).

 

PER CHI PUO’ ESSERE UTILE L’ESERCIZIO TERAPEUTICO?

Anche gli esercizi più comuni, quali lo squat o il plank, possono essere terapeutici o nocivi in base alle caratteristiche del quadro clinico (tipo di patologia, fase, reattività dei sintomi, comorbidità, etc.). 

Ove scelto e dosato con cura, l’esercizio ha effetti terapeutici, universalmente riconosciuti dalla comunità scientifica, sui seguenti aspetti della salute:

  • funzione cardiovascolare e respiratoria attraverso la prevenzione delle patologie, la riduzione delle complicanze e delle recidive, ad es. grazie alla modulazione della pressione arteriosa e del profilo lipidico (valori di colesterolo e trigliceridi ), etc.;
  • funzione metabolica, attraverso la perdita di peso, la riduzione dell’obesità addominale, la prevenzione e la gestione del diabete di tipo II, la gestione e la prevenzione delle complicanze del diabete di tipo I, la gestione dell’ipotiroidismo, etc.;
  • funzione psicologica, riduzione dello stato d’ansia, aumento del tono dell’umore, gestione della depressione, etc.;
  • dolore, funzioni e strutture neuro-muscolo-scheletriche correlate al movimento;
  • prevenzione di diversi tipi di cancro, quali il tumore al colon-retto ed il tumore al seno;
  • mortalità, riduzione della mortalità in genere.

In particolare, l’esercizio terapeutico è utilizzato massicciamente per:

E’ importante ricordarsi che le varie forme di esercizio terapeutico possono essere utili, a seconda della specifica condizione, sia come unico trattamento che come parte di un approccio multi-modale (più terapie somministrate da un professionista, ad es. fisioterapista specialista in gestione dei disturbi muscoloscheletrici che somministra terapia manuale + esercizio terapeutico) od inter-disciplinare (più professionisti che collaborano per raggiungere lo stesso obiettivo di salute, ad es. fisioterapista + chirurgo ortopedico + psicoterapeuta).

E’ infine ovvio che come ogni terapia, l’esercizio terapeutico, va scelto e dosato alla luce di una valutazione accurata, della presenza di indicazioni, dell’assenza di controindicazioni e, perché no, delle preferenze del paziente. A fare questo, chiaramente, dev’essere un professionista sanitario quale un fisioterapista

Puoi trovare maggiori informazioni, circa l’indicazione dell’esercizio terapeutico o delle altre terapie nel quadro patologico di tuo interesse, nella scheda della specifica patologia.

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