Patologie sistemiche ed altre patologie

Artrosi ed osteoporosi

Queste due condizioni hanno due elementi in comune. Il primo è che colpiscono l’apparato muscoloscheletrico, il secondo è che sono condizioni che fino ad un certo livello possono essere considerate parafisiologiche.

L’artrosi costituisce semplicemente l’invecchiamento delle nostre articolazioni. Il primo elemento che caratterizza l’invecchiamento articolare è l’assottigliamento della componente cartilaginea, da questo fenomeno se ne vengono poi a determinare altri a cascata, quali la formazione di osteofiti, di geodi, l’esostosi, ecc. Tutto ciò si manifesta con una rigidità articolare e in certi casi con dolore. L’artrosi quindi, che può essere definita come “le rughe attorno agli occhi” o “i capelli bianchi” delle nostre articolazioni, può colpire diffusamente. Parliamo quindi di:

  • artrosi della colonna vertebrale cervicale,
  • artrosi della colonna vertebrale lombare,
  • artrosi di spalla,
  • artrosi di polso, mano e rizzoartrosi,
  • artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare,
  • artrosi dell’anca,
  • artrosi del ginocchio,
  • artrosi di caviglia e piede.

L’osteoporosi consiste nella diminuzione della concentrazione di calcio all’interno delle ossa. Un certo grado di osteoporosi (che prende il nome di osteopenia) è da considerarsi normale, specialmente nel sesso femminile, dopo una certa età. Esistono tuttavia fattori ambientali che possono favorire lo sviluppo di osteoporosi precoce o di un grado più grave di osteoporosi in età avanzata. Questi possono essere legati all’equilibrio ormonale (ad esempio menopausa precoce, periodi lunghi di amenorrea, determinate terapie ormonali, ecc.), disturbi alimentari, utilizzo di alcuni farmaci quali ad esempio il cortisone, ecc. L’osteoporosi per sua natura non causa quindi dolore, come invece si potrebbe pensare, ma si manifesta con delle fratture che prendono il nome di patologiche o spontanee. Esse infatti accadono anche in seguito a traumi piccoli o piccolissimi. Le fratture più tipiche del soggetto osteoporotico sono quindi le fratture vertebrali, le fratture del collo del femore e le fratture di polso.

 

Artrite reumatoide ed altre patologie reumatiche

Le patologie reumatiche sono da considerarsi a tutti gli effetti patologie sistemiche. Esse infatti, al contrario di come ci si potrebbe immaginare quando pensiamo ai “reumatismi”, non colpiscono solo l’apparato muscolo-scheletrico, ma anche altri apparati, come quello vascolare, tegumentario (la cute), gastrointestinale, urinario, visivo (l’irite è un segno relativamente frequente di patologia reumatica), ecc.

Queste malattie hanno un’eziologia ancora in parte sconosciuta, che prevede solitamente una predisposizione genetica a cui si sovrappone il fattore ambientale scatenante una reazione autoimmune, che colpisce appunto i vari apparati del nostro organismo.

Tra le patologie reumatiche più comuni possiamo annoverare:

  • l’artrite reumatoide,
  • la spondilite anchilosante,
  • la polimialgia reumatica,
  • il LES (lupus eritematosus sistemico),
  • la sclerodermia, oggi chiamata sclerosi sistemica,
  • l’artrite psoriasica,
  • la rettocolite ulcerosa,
  • il morbo di Crohn,
  • le connettiviti.

 

Fibromialgia e sindrome da fatica cronica

Queste due patologie sono condizioni cliniche molto studiate, ma ancora in parte sconosciute. Esse fortunatamente sono del tutto benigne, vale a dire che a dispetto dei sintomi a volte molto importanti e disabilitanti, non vi sono processi fisiopatologici che comportino reali danni a carico delle strutture del nostro organismo. Mentre la sindrome da fatica cronica, come dice il nome stesso, è caratterizzata da un costante senso di “stanchezza”, la fibromialgia è caratterizzata da dolore diffuso a livello muscoloscheletrico che si può spesso accompagnare ad altri disturbi quali capogiri, sintomi gastroenterici, cefalea, sindrome del colon irritabile e la stessa sindrome da fatica cronica. Queste due condizioni rimangono comunque “diagnosi d’esclusione”, ciò significa che prima di poter classificare la condizione come fibromialgia o sindrome da fatica cronica è necessario escludere le cause, purtroppo più gravi, che possono determinare la stessa sintomatologia.

 

Edemi (“gonfiori”)

Gli edemi sono condizioni caratterizzate da un aumento dei liquidi nei tessuti. E si possono svilupparsi all’interno di organi od articolazioni, a causa di processi patologici specifici, o possono venirsi a creare a livello del sottocute. Nel caso della presenza eccessiva di liquidi all’interno delle articolazioni, parliamo di versamento. La sua causa è da ricercarsi in una patologia di tale articolazione. L’aumento di liquidi all’interno dei visceri costituisce una condizione internistica che necessita di approfondimenti. Veniamo infine all’aumento di liquido a livello del sottocute. Esso può riguardare un arto, due arti o tutto l’organismo. Le cause sono da ricercarsi soprattutto in una deficienza dell’apparato vascolare, nello specifico della componente venosa, o nell’apparato linfatico. Esempi di tali patologie possono essere l’insufficienza venosa o l’insufficienza linfatica. Tali insufficienze possono essere su base degenerativa (pensiamo ad esempio alla “venoincontinenza”), traumatica o iatrogena (pensiamo ad esempio all’asportazione di tessuto linfonodale nel caso di cancro o all’edema che si viene a creare dopo un periodo di immobilizzazione).

Esempi di condizioni che possono determinare tali deficienze sono l’asportazione di tessuto linfonodale nel caso di cancro, una fase più o meno lunga di immobilizzazione (ad esempio in gesso o tutore), uno stile di vita sedentario, squilibri ormonali, condizioni infiammatorie a carico del tessuto adiposo (panniculite o “cellulite”), traumi importanti che abbiano coinvolto anche i vasi (ad esempio traumi da schiacciamento o traumi vascolari associati a fratture), patologie congenite a carico dell’apparato linfatico (ad esempio “elefantiasi”), ecc.

 

Il sistema nervoso

Il sistema nervoso, come il resto del nostro organismo, può anch’esso andare incontro a patologia. Il sistema nervoso centrale è formato da encefalo, la parte contenuta all’interno della scatola cranica, e midollo spinale, la parte contenuta all’interno del canale spinale della colonna vertebrale. Oltre alle lesioni di tipo traumatico, che possono colpire sia encefalo che midollo spinale (pensiamo ai traumi da tuffo, da incidente stradale, ecc.), esistono una serie di patologie su base degenerativa che colpiscono il sistema nervoso:

  • Parkinson e parkinsonismi,
  • sclerosi laterale amiotrofica,
  • sclerosi multipla,
  • malattia di Alzheimer e altre demenze,
  • sindrome di Guillain-Barré,
  • ecc.

Infine tra le patologie più frequenti che colpiscono l’encefalo ci sono gli ictus, in inglese stroke. Essi possono essere su base ischemica o su base emorragica. Moltissime delle patologie che colpiscono il sistema nervoso determinano esiti motori che, se in parte purtroppo possono essere permanenti, in parte per fortuna possono essere recuperati attraverso meccanismi di plasticità del nostro sistema nervoso centrale.

 

La sindrome metabolica

Con questo termine si fa riferimento all’insieme degli elementi che costituiscono un fattore di rischio per tutte le patologie cardiovascolari. Tali fattori sono per gran parte modificabili attraverso un corretto stile di vita, un attività fisica specifica e con l’eventuale ausilio di una terapia farmacologica. Citiamo alcuni di questi elementi:

  • sedentarietà,
  • sovrappeso,
  • obesità addominale,
  • diabete,
  • dislipidemia,
  • ipercolesterolemia,
  • ipertensione.

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