Il plank con la cinghia

  • 2 Settembre 2022

 

CON L’AIUTO DI UNA CINGHIA E’ POSSIBILE FACILITARE UNA DORSIFLESSIONE ISOMETRICA DI CAVIGLIA DURANTE IL PLANK, AUMENTANDO L’ATTIVAZIONE  DEGLI ADDOMINALI

Il plank è un esercizio che viene utilizzato moltissimo, sia come esercizio terapeutico dove trova molteplici applicazioni dalla riabilitazione del paziente con lombalgia alla fisioterapia dello sport, che in allenamento dove fa parte di molti programmi di preparazione atletica a livello professionistico oltre ad essere un esercizio interessante per gli sportivi amatoriali che si allenano a casa o all’aperto.

Questo esercizio infatti permette di allenare molti gruppi muscolari e tra questi sicuramente ci sono gli addominali, in particolare:

  • il retto dell’addome – muscolo superficiale, anteriore, che origina dalle cartilagini costali e dal processo xifoideo e si inserisce a livello del pube;
  • l’obliquo esterno – muscolo che costituisce la parete addominale superficiale, lateralmente rispetto ai retti, origina dalle coste e si inserisce sul legamento inguinale controlaterale;
  • l’obliquo interno – muscolo che decorre anch’esso obliquamente, ma più in profondità rispetto all’obliquo esterno;
  • il trasverso addominale – muscolo profondo, che come un corsetto  corre trasversalmente avvolgendo l’addome e inserendosi sulla fascia toraco-lombare, ultime coste e sulle creste iliache.

Per conoscere gli altri muscoli coinvolti nell’esecuzione del plank e per approfondire i principi cardine di questo esercizio, visita la pagina del nostro blog intitolata come fare il plank? e guarda il video.

Ciò che rende questo esercizio così interessante ed utile, tra il resto, è la sua versatilità, basta infatti introdurre una piccola modificazione per determinare cambiamenti significativi nell’attivazione muscolare richiesta e quindi, di conseguenza, diversi effetti biologici dell’allenamento.

Nel video che segue il dott. Paolo Meli, specialista in fisioterapia dello sport, e la dott.ssa Anna Sofia Fabrizi, specialista in fisioterapia muscoloscheletrica, ci parlano di come, attraverso una contrazione isometrica dei flessori dorsali di caviglia facilitata dall’impiego di una cinghia, sia possibile determinare una maggior attivazione dei muscoli addominali sopra citati.

Nel caso invece il nostro obiettivo fosse quello di allenare maggiormente altri gruppi muscolari, come i muscoli posteriori della colonna, dovremmo utilizzare altre varianti del plank.

Non dimentichiamoci però dei principi cardine del plank statico al pavimento, che devono essere consolidati prima di progredire con queste varianti: mantenimento della posizione neutra di tutto il rachide, evitamento di elevazione/protrazione della scapola e mantenimento del corpo su di una linea retta orizzontale.

Visitando il nostro blog puoi trovare altri contenuti utili per eseguire correttamente gli esercizi più comuni e alcune varianti di tali esercizi; ad esempio: il plank con la palla, lo squat, il plank a terra, il plank con piedi in scarico, etc.

Se hai bisogno di una mano, ad es. perché

  • vuoi curare, prevenire o riprenderti da una condizione patologica e desideri capire se e come il plank ti possa essere d’aiuto,
  • hai un obiettivo specifico e quindi ti serve una progressione ed una posologia adeguata al suo raggiungimento,
  • vuoi migliorare l’esecuzione di questo esercizio,

CONTATTACI

 

 

Contenuti a cura del dott. Paolo Meli e della dott.ssa Anna Sofia Fabrizi

revisione testi a cura del dott. Mario De Marco;

grafica e immagini a cura di Emanuele Santi.




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